Il governo perde credibilità ogni giorno, ma non c’è un’alternativa.

Divergenze ed incomprensioni: le due parole che rappresentano nel modo migliore il Governo che è incaricato di amministrare il nostro Paese. Si può essere d’accordo o meno con i singoli programmi elettorali presentati dalle due forze politiche che compongono la maggioranza, ma si deve allo stesso tempo essere consapevoli che non saranno realizzati così per come vengono decantati, e che non sono in alcun modo conciliabili. 

Se da un lato il Reddito di Cittadinanza dovrebbe rappresentare la misura contro la povertà e di re-inclusione nella società civile secondo il primo articolo della costituzione italiana, dall’altro ci costa tagli sui fondi per l’editoria e la libera informazione, tagli sull’educazione, sulle infrastrutture, sugli investimenti, sulle assunzioni, sul no-profit.

Se le misure contro l’immigrazione non sono altro che la falsa trattenuta in mare delle imbarcazioni delle ONG per un tempo breve, che sfocia nello sbarco di centinaia di persone senza lavoro e senza documenti, senza che lo Stato sopperisca alle necessità di integrazione, come l’educazione e l’impiego, allora l’Italia rischia semplicemente di essere un Paese meno sicuro e meno organizzato.

A Roma la Raggi dichiara che le buche “ormai ci sono” e che vanno evitate, e nel contempo si decide che le monete depositate ogni giorno nella fontana di Trevi non saranno più devolute alla Caritas. Sì, pare che il no-profit proprio non piaccia ai 5stelle. Ma non smettono mai di sorprendere, e ripromettono che le tasse per le associazioni di volontariato verranno abbassate alla precedente aliquota; e le monete dei desideri della fontana di Trevi rimarranno alla Caritas.

Allora la mia domanda è: quando ci renderemo conto che si continuano a dimostrare inconcludenti, incompetenti e poco seri? 

Lo so: quando finalmente formeremo un’alternativa credibile, con un programma per l’Italia fondato sui valori e sulle persone. Facciamo questo congresso sulle idee, cercando di creare proposte il più possibile conciliabili le une con le altre. Una volta che avremo eletto il Segretario, collaboriamo senza fare fuoco amico, perché di spazio se ne sta aprendo e se ne aprirà, ma dobbiamo essere noi a riempirlo, e non qualcun altro buono solo a cogliere la palla al balzo insistendo sulle paure del popolo, senza essere minimamente in grado di lavorare per risolvere i veri problemi di questo Paese, investendo davvero sulle nuove generazioni e sulla crescita.

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